Rovinare



Rovinare: agire in modo che qualcosa - una città, un paesaggio, un vestito, un amore, una vita - non possa più tornare al suo primo splendore. Dipende da noi? Sì. Dipende esclusivamente da noi? No. Ho rovinato vestiti e amori per i quali avevo la massima cura, giacche speciali che dalla prima sera avevo giurato avrei difeso da ogni macchia e ogni strappo, persone speciali che dal primo sguardo avevo promesso non avrei fatto soffrire mai. Ma era oltre le mie forze: un succo di mirtilli, una parola sbagliata - e ciò che era non sarebbe stato mai più. E l’impressione è quella di avere in ciò sempre una minima responsabilità, una qualche complicità col destino nella nostra rovina. Ma a volta è falso: non c’entravamo davvero nulla - il che è se possibile ancora più doloroso. Ed è anche il momento in cui un’idea geniale e terribile entra in scena: rovinare le cose prima che qualcos’altro o qualcun altro le rovini. Nella certezza che prima o poi la rovina giunga, prendersene le responsabilità, deciderne modi e tempi - un gesto codardo quanto lucido e ragionevole. Certo è una scelta amara, ma di un’amarezza che diventa presto rassicurante, come se il problema del dolore stesse più che altro nel suo meccanismo a sorpresa più che nel dolore stesso. Sono stato tentato e vinto più volte da questa soluzione, anticipare gli agguati del destino e sconfiggerlo temporaneamente, ma sul lungo corso scopri che è una strategia che richiede più energia di quanto si creda: rovinarsi vuol dire anche evitare le fortune imprevedibili, schivare i raggi di sole che non avevamo calcolato, confidare nel fatto che il proprio disegno rovinoso possa dar vita solo ad altra rovina. Ed è faticoso, più o meno quanto vivere cercando di non rovinare quello che ci è stato dato.

Commenti

  1. come calzano a pennello queste tue parole oggi...

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  2. Dal club dei sabotatori anonimi: la stupidità è avere certezze, la fatica è nel costruire un destino -rovinoso e non- che non era scritto proprio da nessuna parte. Siamo giunti alla conclusione provvisoria che eistano diversi destini possibili, e che purtroppo ne facciamo fuori alcuni proprio sabotandoli, così come per fortuna ne creiamo di nuovi con le nostre scelte o anche involontariamente, come ci immaginiamo facciano gli insetti col polline e i fiori. Un efficace strumento pare sia la consapevolezza, che poco ha a che fare con certezze e succhi di mirtillo. Anzi, forse più con la roulette russa, e quindi più col caso che col destino.

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