Senza desideri
Quell'anno il freddo arrivò subito, le strade a novembre erano già lastricate di ghiaccio. La legge sui desideri entró in vigore il gennaio seguente, e ricordo che i giornali la rilanciarono entusiasti. Era una misura che, ovviamente, non mi riguardava, ma avevo al tempo un vicino - un brav’uomo - che sapevo non avere alcun desiderio. Me lo confessó una sera d’estate sul terrazzo di casa sua, casa che era poco più di una soffitta, posta proprio sopra la nostra camera da letto e grande poco di più. Ero in ansia per lui: certo, non avere nemmeno mezzo desiderio è una vergogna, prima ancora che un crimine, eppure non riuscivo a volergli male - era sempre stato così gentile con noi. A fine gennaio lo incontrai sul pianerottolo e gli dissi che da me non avrebbe avuto problemi, che avrei tenuto la bocca chiusa. Mi ringrazió con un cenno del capo e continuó a salire le scale. E di fatto la tenni chiusa, ma non bastó: verso la fine di marzo, mentre tornavo a casa coi sacchi della spesa, vi