Dubbi
Dubbi è nata tutta di fila: il primo verso e poi il secondo e così via, senza riscritture, senza spostamenti.
Tecnicamente è un testo ma è anche un gesto: è scegliere quelle parole e scriverle in ordine progressivo. Succede raramente e quando succede cerchi di analizzare i fattori ambientali che potrebbero averlo favorito, così da poterlo replicare all’occorrenza.
E poi passi una vita a cercare di ripetere la magia, fallendo spesso.
Nel gennaio 2022 affittai per 4 notti una casetta in mezzo a un bosco, arrampicata lungo i pendii dell’entroterra ligure, dietro Recco, raggiungibile solo a piedi attraverso un sentiero molto ripido. Ci andai da solo, carico di strumenti e fiducioso che la location scelta per il ritiro creativo facesse il suo dovere magico.
L’insediamento fu parecchio sconfortante, vuoi per il rischio di far rotolare giù la scheda audio per il bosco vuoi per il freddo che regnava fiero in casa al mio arrivo.
I primi tre giorni non accadde nulla: tutti i miei riti fallivano, non evocavano alcunché. Poi camminai lungo i crinali appena dietro il paesino di Uscio, sentieri splendidi da cui si domina la costa, lontana una decina di chilometri, in completa solitudine.
Solo verso il tramonto un cacciatore fece capolino: lui usciva, io rientravo. Non ci salutammo: stava scendendo il freddo e ammirai la sua determinazione quasi quanto trovavo detestabile il suo passatempo. Tornai nel mio rifugio nel bosco e quelle ore di silenzio a guardare i monti ignorarmi, diventarono qualcosa - qualcosa che per altro non aveva nulla a che fare con quei monti. Ad affiorare furono piuttosto paranoie vere e sognate, probabilmente residuo dei mesi di paure (vere e sognate) da cui al tempo non eravamo ancora usciti. Mi chiesi a cosa servissero i dubbi e a cosa erano serviti per millenni, mi chiesi se davvero il proliferare di narrazioni altre (complotti, cospirazioni) fosse favorito o limitato dai cosiddetti poteri forti (sempre che ne esistano). Mi chiesi se non ci fosse un valore semplicemente estetico nei dubbi, persino in quelli ormai cresciuti a dismisura, persino in quelli mostruosi e indifendibili: il più estremo dei complottisti può essere anche un ottimo sceneggiatore, o un poeta?
Ciò detto, qualche ora dopo, Dubbi era lì - e assomigliava già parecchio a quella che poche settimane fa abbiamo spedito alle varie piattaforme di streaming. La mattina dopo mi svegliai con la fronte calda e la gola a pezzi: comprai un tampone in una farmacia appollaiata nella valle a fianco, e mi confermò che si trattava di Covid.
Lasciai la casa il giorno seguente, arrampicandomi su per il bosco con le chitarre in spalla e la febbre alta. Nella testa, una nuova canzone e nuovi dubbi su cosa davvero serva per scrivere una canzone, nonostante lo faccia da anni: silenzio, solitudine e paesaggi o semplicemente inventarsi un labirinto da cui riuscire a venir fuori? Guidai fino a casa tremando, allo stesso tempo sconfitto e vincitore.
Commenti
Posta un commento